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Tullio Pericoli

a cura di Eleonora Frattarolo

Palazzo Gambalunga, Biblioteca GambalungaSale antiche via Gambalunga 27, 23 aprile – 10 luglio 2016

Carte dal 2015 al 2016
Tullio Pericoli (Colli del Tronto, Ascoli Piceno, 1936) partecipa alla Biennale del Disegno esponendo nelle magnifiche sale storiche della biblioteca “Gambalunga” cinquanta opere dipinte e disegnate su carta, metà delle quali sono state eseguite appositamente per questa occasione. Le sale storiche della biblioteca riminese, in cui furono raccolti i fondi librari più preziosi dell’Istituzione, sono un luogo davvero appropriato alla pratica del disegno e della pittura, e alla poetica, di Tullio Pericoli, che da decenni approfondisce, in una singolarissima modalità stilistica, le relazioni tra scrittura e tratto, tra materia e segno, ben oltre i margini del foglio, in una riflessione che abbraccia l’analisi concreta, tutta interna al linguaggio del disegno e della pittura, del creare paesaggi, che sono paesaggi mentali, della memoria, stratificata, imprescindibile, addensata oltre che nella mente, nella mano, nel braccio, nel corpo dell’Artista.
Così ogni segno, per Pericoli, contiene tutti i segni creati in precedenza, e forse, consciamente o in modo inconsapevole, tutti i segni della storia dell’uomo. Sfilano davanti ai nostri occhi, tra preziosi mobili del ‘600 e del ’700, sullo sfondo di dorsi e legature e stampigliature auree di rara bellezza, le carte di Tullio Pericoli raffiguranti le terre marchigiane, paesaggi biografici cresciuti nella mente e tra le dita dell’Artista fino a diventare condensati emblematici, stilistici, di un immaginario. Paesaggi “scritti” dal lavoro dei contadini e dal procedere dell’addomesticamento della Natura, scritti dalla storia di un popolo, divenuti documenti vivi di cultura. Il disegno e una pittura lieve e densa insieme, aerea e incisiva insieme, tracciano su queste carte molteplici racconti, negli andamenti di punteggiature, scarti, fratture, affioramenti di visioni nascoste, sottostanti a quelle appariscenti. Una narrazione di cui Pericoli parla
in modo acutissimo e circostanziato, soffermandosi sul senso del “vedere” e sul senso della rappresentazione, nell’intervista rilasciata ad Eleonora Frattarolo, che costituisce parte del testo del “Quaderno” pubblicato per la mostra.

Eleonora Frattarolo