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Profili del cielo. La cupola di Loreto nei disegni del Pomarancio e di Cesare Maccari

a cura di Vito Punzi

Castel Sismondo piazza Malatesta, 23 aprile – 10 luglio 2016

 

L’esposizione focalizza l’attenzione sui bozzetti e sui disegni preparatori realizzati per le due versioni della decorazione della cupola della Basilica della Santa Casa di Loreto, quella compiuta da Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (1552/53-1626) tra il 1609 e il 1615 e l’altra che la sostituì alla fine dell’Ottocento, realizzata da Cesare Maccari (1840-1919) con a tema le Litanie Lauretane e il dogma dell’Immacolata Concezione.
Il corpus dei disegni del Pomarancio, conservato presso l’Archivio Storico della Santa Casa di Loreto e costituito di 41 fogli, rappresenta un raro esempio di documentazione preparatoria comprensiva del progetto generale. Trafugati da Napoleone, i disegni vennero restituiti nel 1928 da J.H. Leightbody a mons. Aluigi Cossio, allora vescovo di Loreto-Recanati, e nel 1960 tornarono ad essere patrimonio del santuario. Distribuiti nel mondo per lo più presso istituzioni museali, esistono altri 32 fogli riconducibili ai lavori preparatori di Pomarancio per la cupola lauretana.
Tra i disegni di Loreto si è deciso di sceglierne 15 tra quelli più significativi ed esemplari. Tre di questi sono eseguiti a penna con acquerellature colorate: il modello generale per la decorazione della cupola, lo studio di composizione relativo alla scena principale con l’Incoronazione della Vergine e la decorazione per la volta del lanternino. I restanti 12 fogli, tutti in sanguigna su carta avorio, a parte l’Incoronazione della Vergine illustrano gli studi di Pomarancio per singole figure e di particolari di figura. Si possono così ammirare teste di angeli, angeli musicanti alle prese con cornetto o salterio, putti alati, schizzi di mani, un angelo reggiscudo e infine uno schizzo per figure di virtù.
Rivelatori dell’assoluta padronanza del segno grafico, i disegni lauretani di Pomarancio testimoniano altresì la prassi operativa consueta nel contesto toscano, cioè l’analisi di soluzioni grafiche come strumento per giungere all’elaborazione figurativa. È altrettanto evidente quanto attraverso il disegno sia passato il rapporto dell’artista con la statuaria antica e con Raffaello e Michelangelo.
Nelle Sale del Museo-Antico Tesoro di Loreto sono custoditi i 24 cartoni preparatori per gli affreschi della cupola lauretana, realizzati da Cesare Maccari negli anni 1890-1907, in sostituzione  di quelli del  Pomarancio, deterioratisi nel corso del tempo. Di quei cartoni, donati al santuario dagli eredi del Maccari nel 1954 e realizzati con la tecnica della matita e biacca su carta grigia, sono 21 quelli qui esposti, tutti a manifestazione dell’eccezionale tecnica disegnativa dell’artista senese. La decorazione della cupola, di grande complessità simbolica e iconografica, prevedeva nella calotta la celebrazione delle litanie della Vergine Maria (le cosiddette Litanie Lauretane) e della Chiesa trionfante attraverso una serie di episodi legati alle invocazioni mariane, e nel tamburo, come svolgimento dell’invocazione “Regina concepita senza peccato originale”, l’affermazione del dogma dell’Immacolata Concezione, attraverso il richiamo a quegli avvenimenti che ne precedettero la proclamazione da parte di Pio IX nel 1854.
Nel contesto della vasta e radicale opera di restauro della Basilica lauretana promossa dal santuario e dallo Stato italiano da poco costituitosi, era compresa la nuova decorazione della cupola, e fu l’architetto Giuseppe Sacconi, incaricato dei restauri, a chiedere che quel lavoro fosse affidato a Maccari. E questi nel dicembre 1888 presentò il piano generale da lui elaborato. I disegni preparatori, dei quali non è possibile individuare una cronologia precisa, risultano accademici (come gran parte della produzione grafica ottocentesca) e tuttavia ne va sottolineato l’eccezionale livello di definizione e rifinitura, tanto che essi si pongono come vere e proprie opere compiute in sé. A conferma di questa loro autonomia, basti ricordare le variazioni che venivano apportate al momento dell’esecuzione finale in affresco.

Vito Punzi