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Pino Pascali. Fasto e leggerezza del disegno

a cura di Eleonora Frattarolo e Alessandro Giovanardi

Palazzo Gambalunga via Gambalunga 27, 23 aprile – 10 luglio 2016

Galleria dell’Immagine

Cinquanta disegni di Pino Pascali provenienti dalla collezione di Gino Battista vengono esposti nella Galleria dell’Immagine, e il contatto diretto con i suoi pulsanti e godibilissimi lavori di grafica, eseguiti quasi in stato di grazia per la televisione e la pubblicità, offre l’occasione per assistere allo svolgersi di un disegno effervescente e calligrafico che nell’itinerario di questo  mago dell’Arte si svolge parallelo alla definizione delle opere minimaliste e concettuali. Opere pulitissime  e rigorose, ques’ultime, ma a ben vedere pur sempre sottese da una poetica germinante, teatrale, ribollente di gesti  “classicamente” raffreddati nella fase ultima, finale.
Nell’affrontare con raffinata ironia e con invidiabile leggerezza i fasti e le contraddizioni del boom economico, Pascali ha sempre rivelato un tratto squisitamente italiano. Egli infatti comunica soprattutto attraverso il gesto e il movimento, non dissimilmente dai suoi avi antichi e recenti. Proprio allo stesso modo in cui la gestualità dei pittori italiani del Duecento e del Trecento, traduceva in narrazioni concitate, sentimenti accesi ed espressionismo devoto, la preziosa ed ineffabile sacralità dei modelli classici e orientali, prediligendo il divenire sulla stasi e il movimento sulla quiete.
Pascali, in questo senso, gioca, signoreggiandoli a suo modo, con gli echi diretti ed indiretti delle avanguardie e soprattutto con quei maestri russi della scenografia che lo precedono e che fra il 1900 e il 1930 legano la loro ricerca alle committenze per il teatro. In sintonia con essi egli vive la sua vocazione creativa da artigiano che opera su commissione e che convoglia il proprio genio in opere di oggettiva e universale comunicabilità.
E nel disegno si spegne ogni concettualismo astratto, ogni forma di ideologia preconfezionata e si ravviva l’aspetto ludico e insieme serio del rito, per cui ciò che è lieve e giocoso sgorga sì immediato, ma dopo ore di fatica e di pensiero. Due opposti apparentemente inconciliabili, eppure ancora così vivi e sorprendenti nel tratto inimitabile di questo giovane genio italiano.
Il sortilegio del suo gesto grafico, riconoscibile eppure sempre in trasformazione, dei suoi complessi collages cartacei, delle sue tecniche miste e sperimentali consiste nello schiudere mondi e scenografie in uno spazio minuscolo, disegnando microcosmi, organismi urbani e umani in attesa o in subbuglio. È il mondo intero che vi si riflette sub specie ludii.

Eleonora Frattarolo