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Orlando Orlandi. Grafica e pubblicità

Castel Sismondo piazza Malatesta, 23 aprile – 10 luglio 2016

 

Una valigia rigida di colore scuro. Fu trovata tra le macerie della casa distrutta dai bombardamenti alleati a Milano con tutto il suo contenuto di bozzetti originali e cartelli pubblicitari realizzati da Orlando Orlandi tra il 1920 e il 1930. Il racconto è del pronipote Fabio Orlandi che di quella valigia e del suo fortunoso ritrovamento avvenuto per mano del nonno Arnoldo, con la tragedia della guerra ancora in corso, costellata di lutti e perdite, ha scritto un commosso omaggio ricostruendo il percorso artistico e censendo l’intensa produzione grafica del bisnonno artista.
Orlando Orlandi era nato a Grassano nel 1875, morì a Milano nel 1935 e fu grafico, illustratore e cartellonista. Il contenuto di quella valigia preservato dalle bombe, ora in mano agli eredi, è esposto, almeno in parte, in questa mostra riminese. Lo stile e la scioltezza inventiva di Orlandi si situano in quella fase storica della grafica che dà origine all’iconografia del moderno in Italia.
Orlandi attraversò una stagione fertile che da Leonetto Cappiello con il suo arabesco-idea, perfetta sintesi grafica composta da personaggi anti-realistici su fondo nero (come gli indimenticabili Cavallo rosso e Chocolat Klaus) arriva a Depero futurista con le sue forme sintetiche e l’urto dei suoi contrasti di colore. Invenzioni grafiche incisive a livello inconscio ed emozionale che fecero la fortuna dei prodotti allora in commercio. Il manifesto sin dalle sue origini possiede tra le forme della comunicazione grafica una sua originale efficacia, capace di trasformarsi in sillabario stradale, in persuasore che ammicca e seduce il passante o il consumatore. Era nato allo sboccio dell’era industriale, servito di pennelli, matite e pietre litografiche.
Orlandi fu poliedrico; durante gli anni giovanili lavorò a Firenze, studiò Ingegneria Navale frequentando l’Università di Pavia, lavorò come progettista ai cantieri navali di La Spezia, ma per tutta la vita fu un grafico. Amico e collaboratore di Raffaello Bertieri promotore di “Risorgimento grafico” curò numerose copertine, tra cui la prima del 1902 ed illustrazioni interne alla celebre rivista.
Realizzò per la Croce Rossa il simbolo che servì come immagine per la stampa di francobolli commemorativi; tra le sue opere vanno ricordati i manifesti per il Lloyd Sabaudo, per le manifatture Borsalino, per la Pirelli, per Cicli Cellina, per la RCA Italiana, per CGE, per Assicurazioni Levant, per l’Eiar l’ente italiano audizioni; celebri i suoi manifesti per la macchine da scrivere Royal. Strinse amicizia e collaborazione con Marcello Dudovich, il quale della Borsalino e della Ricordi era stato il comunicatore stratega di immagini indimenticabili.
Orlandi offrì un mondo in bilico tra le estreme aggraziate propaggini art nouveau, i travestimenti classico-rinascimentali ispirati alla rappresentazione allegorico simbolica dei miti della scienza o della vita quotidiana e le meccanicistiche compostezze vicine a certo razionalismo. La sua grafica va ad eliminare orpelli decorativi, andando verso la semplificazione delle forme e verso volumi puri, con l’utilizzo di colori fondamentali, nero, rosso,bianco. Secondo il principio funzionalista secondo cui “la bellezza è intrinseca nella praticità”.

Annamaria Bernucci