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Sergio Toppi. Lo spazio dentro il corpo

a cura di Egistio Quinti Seriacopi

Casa del cinema Fulgor piazzetta San Martino, 28 aprile – 15 luglio 2018

 

Sergio Toppi approda alla Biennale Disegno come rappresentante, dopo Hugo Pratt e Andrea Pazienza, di quello straordinario medium definito nel nostro paese con il termine di “Fumetto”. Termine coniato come titolo di un saggio – il primo storicamente riconosciuto – scritto da Carlo della Corte “I Fumetti”, apparso nella collana “Enciclopedia Popolare Mondadori”, nel febbraio 1961.

Un medium che ha raccontato moltissime storie, raggiungendo la quasi totalità della popolazione del pianeta. Inizialmente considerato un linguaggio “minore”, ha poi intrapreso un percorso di rivalutazione, cominciato nel nostro paese con la nascita di Linus, nell’aprile 1965.

Oggi possiamo affermare che alcuni Autori, con le loro Opere, possono entrare di diritto nel panorama Artistico internazionale per la loro cifra stilistica e narrativa che fonde disegno e testo: un connubio complesso, difficile da identificare (anche perché il termine italiano che definisce questo medium non lo definisce adeguatamente).

La produzione di Sergio Toppi, senz’altro uno degli Artisti di cui sopra, è tanto vasta quanto complessa. Una carriera iniziata molto presto, nel ruolo di illustratore per la UTET, e un passaggio altrettanto rapido al Fumetto, nel giro di pochi anni. Toppi inizia infatti nel 1966 la sua collaborazione al Corriere dei Piccoli (storica testata italiana pubblicata dal 1908 al 1995) e al Corriere dei Ragazzi (1972-76): periodici che hanno influenzato intere generazioni, di bambini prima e di ragazzi poi. È però dalla collaborazione con il Messaggero dei ragazzi, iniziata nel 1978, che il suo stile si personalizza e acquisisce le caratteristiche peculiari del suo modo di disegnare Fumetti. Toppi vìola i contorni che delimitano le vignette, precorrendo innovazioni grafiche, stilistiche e strutturali che portano alla memoria l’incisione ad acquaforte (ed è infatti artefice anche di un corpo di incisioni, realizzate per pura passione, che aggiungono un ulteriore percorso di lettura e di interpretazione della sua opera).

Negli anni Settanta questo stile caratterizza fumetti e illustrazioni pubblicati sulle maggiori testate italiane: Sgt. Kirk, Linus, alter alter, Il Giornalino, Il Mago, Corto Maltese, L’Eternauta, Comic Art, Ken Parker, Nick Raider. Le sue illustrazioni appaiono su pubblicazioni periodiche, su quotidiani e su copertine di libri: da Famiglia Cristiana a Selezione dal Reader’s Digest, dal Messaggero al Corriere della Sera, dai libri Einaudi a quelli della UTET. Tra il 1976 e il 1978, realizza tre volumi per la collana Un uomo un’avventura, edita da Cepim – l’attuale Sergio Bonelli Editore.

In ciascuna delle opere, l’innovazione di Toppi prosegue e si evolve. Se il Fumetto, per tradizione, è una lettura che va da sinistra verso destra, vignetta dopo vignetta, per poi andare a capo a sinistra e continuare allo stesso modo, le tavole di Toppi hanno una lettura anche verticale, sono uniche nel loro genere. A volte possono addirittura essere lette autonomamente, senza l’ausilio del testo (che assume il ruolo di semplice compendio all’immagine), essendo perfettamente in sintonia con l’intenzione narrativa della storia.

Possiamo considerare la struttura della tavola come un corpo grafico, dove il disegno che “leggiamo” all’interno dello spazio si sviluppa in una figura umana o un volto. In alcuni casi ritrae soggetti umani, in altri semplicemente un segno grafico, una pietra, una collina – e, al suo interno, altre immagini di oggetti, animali, persone, volti o accadimenti, si fondono creando un unicum emozionale, sempre coerente con la narrazione.

Gran parte di queste creazioni racconta storie d’amore e guerra: conflitti non solo fisici, espressi con immagini in alcuni casi ieratiche e piene di pathos, che si uniscono o si dividono in scenari a volte giganteschi, a volte minimalisti, ma sempre profondi e visionari.

Nel caso delle numerose copertine, tutto ciò viene inserito all’interno di una sola illustrazione, una singola immagine, un one-shot grafico: una struttura complessa in cui, oltre al segno, anche il colore è protagonista dell’insieme, diventando linguaggio.

Sergio Toppi è stato un artista unico, sempre riconoscibile. Divenuto oggetto di grande attenzione da parte di critici e studiosi, è anche un punto di riferimento per tanti artisti di caratura internazionale, che hanno reinterpretato le sue modalità narrative e il suo insegnamento grafico.